sabato 27 agosto 2011
Ciao, Roma
Da lì potrò continuare ad amare le tue calde serate lungo il Tevere
la tua magnificenza comunque costante
i banchetti che vendono cocomero a fette lungo la strada per tutta la notte
le biblioteche fornitissime affollate di studenti bambini e signore
i grandi monumenti e le grandi mostre
le luci della notte e quelle del giorno
le lingue parlate scritte e sussurrate tutte diverse
le strade affollate e quelle deserte
il flusso costante di occhi tra una piazza e l'altra
Da lì potrò dimenticare la gente che non risponde mai al citofono come me
e quella che parla a voce troppo alta
la grande pioggia e la grande afa
il grande grandissimo traffico
i turisti cinesi con aria attonita sempre in mezzo alla strada
e quelli americani giovani e pieni di soldi ma mai abbastanza ubriachi per poter smettere di bere
le manifestazioni strazianti e inutili davanti a un Parlamento solo fisicamente vicino e le facce di tutti i papponi, i mafiosi, i politici, i sedicenti artisti e giornalisti, i corrotti e i corruttori e quelle di tutti i servi dei servi dei servi poveri di spirito ma ricchi di contanti di cui pulluli
povera Roma
i campi di roulotte, gli sfratti, i quartieri popolari, e quelli di quelli ricchi da fare schifo
gli attici dei personaggi famosi della Tv e le ville da 4 milioni di euro degli sportivi e degli avvocati del potere
Da lì potrò osservarti come un'amante lontano
mai troppo presente per diventare reale
ma di cui potrò permettermi di ricordare solo ed esclusivamente
l'odore eccitante della pelle
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